Non mentire by Freida McFadden

Non mentire by Freida McFadden

autore:Freida McFadden [McFadden, Freida]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-07-31T07:38:19+00:00


CAPITOLO 26

TRICIA

Oggi

La dottoressa gli piaceva. Gli piaceva davvero. Lo percepisco dalla sua voce. Naturalmente questo è stato registrato prima che si frequentassero. Ma lui aveva già una cotta per lei. È dolce al punto di dare il voltastomaco. Sembrava proprio che lei avesse lasciato che lui la baciasse. E poi…

Luke non sembra un assassino. Dà l’idea di essere un bravo ragazzo, anche se un po’ nerd. La sua voce non trasuda malvagità come quella di EJ.

Questo, però, era l’inizio della loro relazione. Molte cose possono cambiare. Lei ha fatto qualcosa che lo ha portato a odiarla? Deve averlo fatto.

Rabbrividisco sulla poltroncina di pelle della dottoressa Hale. La camicetta che indosso è leggerissima e decisamente non abbastanza calda, nonostante il riscaldamento acceso. Forse dovrei dire a Ethan di alzarlo un po’. Non mi ha mostrato come ha fatto a comprenderne il funzionamento. E non so nemmeno dove sia l’impianto. Potrebbe essere ovunque in questa villa gigantesca. Sono impressionata dal fatto che, pur non essendo mai stato qui, lo abbia capito con tanta facilità.

Estraggo la cassetta di Luke dal registratore e la ripongo nell’ultimo cassetto. Quindi, esco dallo studio e vado di sopra a cercare Ethan.

È incredibile quanto sia diverso il corridoio del primo piano alla luce del giorno. La notte scorsa era a dir poco terrificante, ma adesso non sembra più così spaventoso. Sono sempre riluttante all’idea di vivere in questa casa, ma forse, in fondo, non sarebbe così male. Le finestre la rendono luminosa e allegra, pur evidenziando ogni crepa e imperfezione delle pareti.

E la luce evidenzia un’altra cosa. Una corda appesa al soffitto.

Non so come mi sia potuta sfuggire ieri sera. Però non è così strano: il corridoio era immerso nell’oscurità e la corda non si nota con facilità neppure adesso. Vedo che è collegata a un rettangolo sul soffitto.

È un passaggio per raggiungere la soffitta.

Certo! Mi torna in mente solo ora che, nella descrizione della villa che Judy ha riportato sul sito, menzionava “una soffitta adatta per un ripostiglio”. Ma, non so come, non mi è nemmeno venuto in mente ieri sera. Quando abbiamo controllato tutte le stanze del primo piano, ho pensato che avessimo esaminato ogni posto in cui qualcuno potesse nascondersi. Invece, c’era un’altra possibilità. La soffitta.

Afferro la corda e la tiro. Non accade nulla. Strattono con maggiore forza e, questa volta, sento un clic. Il rettangolo si apre. All’interno, c’è una scala ripiegata che, tirandola, scende fino ai miei piedi.

Lancio un’occhiata verso la stanza accanto a me. La porta è chiusa. Dev’essere lì che si è rintanato Ethan per lavorare. Vorrei pregarlo di controllare la soffitta, ma temo che non ne sarà troppo entusiasta. Sembrava già abbastanza esasperato dopo che lo avevo costretto a controllare ogni stanza. E ho peggiorato le cose quando ho iniziato a dare di matto nel cuore della notte. Mi sta già dando della “pazza”, incolpando gli ormoni della gravidanza.

Alzo gli occhi verso l’apertura della soffitta. Non sembra buio lassù. Ci sono così tante finestre che è improbabile che qualcuno possa nascondersi e assalirmi.



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